I sincretismi, le tradizioni popolari e la magia contadina hanno storicamente ed esotericamente un grande fascino. Santa Lucia, come Santa Barbara di cui abbiamo parlato ad inizio mese, è una Santa che veniva spesso invocata magicamente attraverso l’uso di orazioni e scongiuri.

GLI SCONGIURI POPOLARI DI SANTA LUCIA

Lo scongiuro nel linguaggio della “magia” popolare e delle campagne, è un incanto che quasi sempre era accompagnato da una serie di azioni rituali e gesti apotropaici. Di particolare interesse sono: le preghiere-scongiuro che, in seguito alla diffusione del cristianesimo nacquero dalla fusione degli elementi della preghiera con quelli dello scongiuro magico, e dello scongiuro con “historiola”. Quest’ultimo era costituito da un nucleo narrativo, l’“historiola”, che racconta un breve episodio in cui un personaggio, quasi sempre un santo, ne guarisce o salva un altro da un pericolo.

SUD E MAGIA: ERNESTO DE MARTINO

Ernesto De Martino, nel suo “Sud e Magia” riporta uno di questi scongiuri:

“Per gli occhi malati a motivo di un corpo estraneo o di un colpo d’aria si usa a Gròttole (in Basilicata) questo scongiuro molto noto:

Santa Lucia minze o’ mare steva
pponte d’altare recamava.
Passò o’ figghiuolo de Maria:
– Dimme, ce fà do, beata Lucia?
– Ce vol’esse maestro mio?
Na furia a l’uocchie m’è calata:
non pigghie ripose non notte non dì
– Va’ al mi’ orto, ca ngè pove ’e finocchie
co le mie mane l’agghie chiantate;
co le mie pede l’agghie pestate;
e co le mi’ uocchie l’agghie
benedisciute.

Traduzione:

Santa Lucia in mezzo al mare stava
trine d’altare ricamava.
Passò il figlio di Maria:
– Dimmi, che fai qui, beata Lucia?
– Che debbo fare maestro mio?
M’è sceso il sangue negli occhi:
non riposo né notte né dì.
– Vai al mio orto, che c’è polvere di finocchio
Con le mie mani l’ho piantato,
col mio piede l’ho pestato
con i miei occhi l’ho benedetto.

GLI SCONGIURI SICILIANI

Gli scongiuri contro le malattie degli occhi sono particolarmente diffusi in Sicilia e nel sud Italia, dove il culto della Santa del 13 Dicembre è particolarmente sentito.

In una versione sicula dello stesso scongiuro documentato da De Martino, la Santa intenta a tessere, si imbatte nella Vergine Maria:

Santa Lucia di notti tissia ,
Argentu tagliava ed oru cusia
S’ascià a passari la Vergini Maria
e ci dissi: — Chi ia’ Lucia?
— Aiu ‘na furia nni st’occhi:
Nun pozzu stari susuta
e mancu a lettu a ripusari.
— Pirchì nun vinisti nni lu ma ortu,
ca c’era na macchia di finocchiu?
Ccu li ma manuzzi lu chiantavu,
ccu li ma piedi lu pidiavu,
ccu la ma vucca lu binidissi:
vattinni furia, cà i’ lu dissi.

Traduzione:


Santa Lucia di notte tesseva,
argento tagliava e oro cuciva,
venne a passare la Vergine Maria,
e le disse: -Che hai Lucia?
-Ho una furia in questi occhi
non posso stare alzata
e nemmeno a letto a riposare.
-Perché non venisti nel mio orto,
che c'era una pianta di finocchio?
Con le mie mani la piantai,
con i miei piedi la pestai
con la mia bocca la benedissi,
vattene furia che io lo dissi.

I primi due versi alludono ad una leggenda secondo la quale Santa Lucia sarebbe andata sposa ad un giovane ricco, appena avesse terminato di tessere il velo nuziale. Ma Santa Lucia, novella Penelope, sotto il pretesto di volersi sbrigare nel più breve tempo possibile, lavorava anche la notte, durante la quale annullava il lavoro del giorno, ferma nel suo proposito di rimanere vergine. Naturalmente, a causa di questa enorme fatica, le si ammalarono gli occhi. Il nucleo narrativo presenta la Santa mentre tesse oro ed argento, metalli che, secondo una credenza popolare, «fanno bene alla vista».

Ancora oggi infatti, molte anziane siciliane, quando hanno male agli occhi, mettono grandi orecchini d’oro per guarire.

Mentre Santa Lucia tesse si trova a passare la Vergine Maria e le chiede: Cosa hai Lucia? La Santa accusa un tremendo dolore agli occhi e la Vergine le insegna il modo in cui liberarsene: consiglia di ricorrere al finocchio che Lei ha piantato nel suo orto con le sue mani e benedetto con le sue labbra.

Il breve dialogo si conclude con un categorico comando al male di scomparire istantaneamente. Quest’ultimo verso costituisce appunto la parte valida dello scongiuro.

La pratica che accompagna le parole è semplice. Si prende un po’ di «finocchio di montagna» (Foeniculum dulce gusto acuto), indi si mastica e, recitato l’ultimo verso, si soffia fortemente sull’occhio ammalato.

In un’altra versione invece si diceva che mentre la persona capace di segnare il male recitava lo scongiuro, essa doveva passare un po' di finocchio selvatico sull'occhio del malato. Il rito durava tre giorni e al terzo giorno l'occhio ritornava sano.

Questo perché chi scongiura crede che, recitando l’episodio, otterrà per il paziente gli stessi benefici effetti che la Vergine Maria ottenne per Santa Lucia.

Un’altra versione dello scongiuro per il male agli occhi, recita:

Santa Lucia , ‘n cammara stacia,
Oru tagghiava, e argentu cusia.
Passa la Matri Vergini Maria:
— Chi hai, Lucia, ca cianci e lacrimii?
— Chi vogghiu aviri, duci Matri Mia,
passau lu purpu, e mi desi ‘ntra l’occhiu:
non mi lassa non vidiri, né guardari.
— Zittu, Lucia, non lacrimari,
scinni nni lu me ortu, scippa pampini di brivina e finocchiu,
ccu li tò manu la chiantasti,
ccu li tò pedi la scarpisasti,
La testa di lu purpu cci scacciasti;
siddu è sangu sfissirà,
siddu è purpu a mari va.

Il rimedio che la Vergine suggerisce in questa versione è un po’ diverso: al finocchio si aggiunge la verbena, “brivina”.

Il nucleo narrativo differisce sostanzialmente poco da quello precedente, tuttavia mentre nella variante precedente la Vergine invita Santa Lucia ad andare nel suo orto a raccogliere il finocchio che Essa stessa ha piantato e benedetto, in quest’ultima la Vergine invita Lucia a cogliere il finocchio e la verbena che la Santa stessa aveva piantato nel proprio giardino.

Gli ultimi due versi, che costituiscono la parte valida dello scongiuro, differiscono dall’ultimo verso della versione precedente perché questa riguarda specificamente la malattia del polipo e della congiuntivite.

LE SEGNATURE DI SANTA LUCIA

Sempre conto questa malattia, è diffuso nella magia popolare una segnatura, che opera secondo il rimedio delle “corrispondenze” o della “magia simpatica”, offrendo un esempio di “magia omeopatica”. In questa segnatura, per tagliare il polipo, si prende uno spicchio d’aglio, si mette sull’occhio del malato e mentre si taglia con le forbici si recita il seguente scongiuro:

Cc’un paru di fuorfici taglienti ,
sientu allifriscari st’uocchiu arradichenti.

In questo caso il tagliare lo spicchio d’aglio corrisponde magicamente al tagliare il polipo.

Un’altra altra segnatura simile, prevede invece che si incida su uno spicchio d’aglio una croce e si avvicina all’occhio malato, mentre si recita:

Santa Lucia virginedda e pia priati lu Signuri ppi nuatri piccaturi,
avi tri iorna e tri notti ca haiu stu duluri
ni l’uocchi e ppi passarimi lu diluri haiu sprimutu uogliu e finucchiuni.

In ultimo si recitano tre "Pater Noster" e un "Credo".

PRATICHE PER STREGHE MODERNE

Oggi, chi di noi è lontano dalla magia popolare o imbevuta di quei sincretismi cristiani, può a mio avviso, comunque usare la grande energia di questo giorno che, come abbiamo visto nell’articolo dedicato alla festività, affonda le sue radici nelle pratiche pagane dell’antico solstizio.

Ecco di seguito qualche attività per noi streghe moderne, legata al simbolismo della festività di Santa Lucia.

L’ALTARE DELLA LUCE

Allestite un altare della luce: usate una tovaglia bianca, nastri rossi, rami e ghirlande di sempreverde, e ponete su di esso 12 candele messe in cerchio, a rappresentare i 12 mesi dell’anno. Affidate ad ogni candela uno scopo, un obiettivo da voler raggiungere. Potete incidere su ogni candela simboli e sigilli collegati allo scopo. Accendetele tutte pronunciando ad alta voce la meta da raggiungere in quel mese. Poi spegnetele e da domani lasciare bruciare la prima candela, dedicata al primo mese e al primo obiettivo che vi impegnerete a manifestare. Farete la stessa cosa il giorno 13 di ogni mese.

UN’OFFERTA DI LUCE

Accendete una candela che rappresenti qualcosa di significativo per voi, e sedetevi davanti alla fiamma in meditazione. Ringraziate, dite una preghiera per una persona cara, chiedete aiuto e guida agli Spiriti per qualcosa di cui avete bisogno, purché la vostra richiesta sia onesta e sincera. Lasciate la candela accesa, avendo cura di averla messa i sicurezza, all’aperto, affinché possa ardere tutta la notte.

ONORARE IL PADRE E LA MADRE

In Svezia, la tradizione moderna prevede che sia la primogenita, vestita di bianco e con una corona di candele in testa, a portare la colazione a letto ai propri genitori. Oggi, prendetevi del tempo per onorare i vostri genitori, per ringraziarli, andarli a trovare o fargli una telefonata, coccolarli e sorprenderli con un regalo inaspettato. Indipendentemente dal vostro rapporto con loro, pensate a tutte le cose buone che queste persone vi hanno dato. Anche se avete avuto un momento difficile con loro, pensate alla forza e alla resistenza che avete sviluppato e a come vi ha giovato nella vita. Se necessario, perdonateli: sono esseri umani e anche loro possono sbagliare. Guardateli con amore.

LA DIVINAZIONE E IL TERZO OCCHIO

Santa Lucia è collegata agli occhi e alla vista. Noi Streghe sappiamo bene che la vista non è solo il senso fisico, ma è anche quella della mente: la capacità di vedere l’invisibile. Oggi la vostra vista può essere particolarmente sensibile e accentuata, perciò approfittatene per praticare qualsiasi forma di divinazione. Prima però cercate di aprire il vostro terzo occhio.

Il terzo occhio è la ghiandola pineale situata vicino al centro del cervello, al centro della fronte. Questa ghiandola è influenzata dalla luce, e la sua stimolazione aumenta la capacità psichica.

Per aprire il terzo occhio e scrutare nell’ignoto, accendete una candela viola, sedetevi su una sedia e appoggiate la testa all'indietro. Prendete una piccola pietra di ametista e mettetela sul terzo occhio. Chiudete gli occhi. Visualizzate un fascio di luce bianca pura che si riversa nel vostro terzo occhio, attraverso la pietra, riempiendolo di energia. Quando vi sentite pieni di energia, dite queste parole per suggellare l'incantesimo:

Pietra di luce, potente ametista,
Aiutami ad aprire la seconda vista.
La fiamma sacra mi guida con la sua luce.
E a scrutare nell’ignoto mi conduce!
Ora dedicatavi alla divinazione.

SCRIVERE SUL PROPRIO DIARIO

Oggi potete dedicarli alla riflessione e al journaling, proprio riflettendo sui temi dedicati a questa festività. Chiedetevi:

*Come posso migliorare la mia vista psichica?
*Come mi parla la mia intuizione?
*Cosa vede il mio "occhio interiore" in questo momento?
*In che modo posso prendermi cura dei miei occhi?

Scrivete anche le seguenti Affermazioni, che vi invito a ripetere quotidianamente come un mantra all’interno della vostra meditazione, a partire da oggi per un periodo di tempo che deciderete voi:

*Io vedo chiaramente.
*Io onoro il mio Sesto Senso.

© L’Almanacco delle Streghe