Ancora una volta ci ritroviamo a celebrare l'equilibrio armonioso che esiste tra luce e buio. L'arrivo dell’autunno e della stagione fredda che segue, inizia a farsi riconoscere nell’accorciarsi delle giornate, e adesso il raccolto viene messo al riparo e portato dentro casa. La luce ci lascia e il sole comincia a passare sempre meno tempo sopra l'orizzonte. Valutiamo i frutti del nostro lavoro e festeggiamo la bontà del raccolto mentre ci prepariamo al freddo.

La discesa di Persefone ci ricorda l'alleanza che esiste tra Demetra e la morte: tutto ciò che muore oggi rinascerà poi. Le foglie, un tempo verdi e rigogliose, sotto le quali cercavamo ombra durante i caldi mesi estivi, cominciano a seccarsi e a morire. Mentre questa forza vitale si allontana lentamente, i tramonti autunnali dipingono foreste, boschi e parchi con nuovi colori: rosso ardente, arancione brillante e giallo luminoso. Presto le foglie si tingeranno di questi intensi colori e cadranno a terra per decomporsi e fertilizzare il terreno. Il verde dei campi verrà sostituito dall’oro.

Mabon rappresenta il secondo raccolto dell'anno. I campi sono ormai vuoti mentre i granai sono pieni. Questo è un momento in cui si fanno nuovi preparativi, si portano a termine i propri compiti e si valutano i propri successi. Questo è il tempo di realizzare i propri sogni.

Il nome Mabon deriva da un eroe gallese alquanto oscuro il cui nome significa "figlio della madre". Il suo racconto è la storia di una discesa agli inferi (tema caratteristico di questa festività come vedremo nei prossimi giorni) e di una resurrezione. La leggenda narra che Mabon venne rapito quando era bambino e tenuto prigioniero negli inferi. Alla fine fu salvato e venne considerato l’uomo più anziano in vita, perché non era invecchiato durante la sua permanenza nel Regno dei Morti.
Mabon è talvolta collegato a Maponus, una divinità gallese dotata dell’eterna giovinezza. È il figlio di Modron, una versione precoce della dea madre, ed è spesso raffigurato nudo e con in mano una lira, suggerendo anche un legame con il dio Apollo.

Come già detto l'equinozio d'autunno è strettamente legato alla dea Demetra, che vaga sulla terra in lutto per la perdita della figlia Persefone. Ma sebbene questa sia la vicenda principale, esiste un altro episodio assai interessante legato proprio a Mabon.

Giunta nella città di Eleusi, Demetra prese in carico Demofoonte, figlio di Metanira e Celeo, a cui iniziò a fare da balia. Demetra amava molto questo bambino tanto da decidere di dotarlo dell'immortalità. Così ogni notte la dea ungeva il suo corpo con l'ambrosia e poi lo stendeva sul fuoco, purgandolo così dalla sua mortalità.

Quando però la madre naturale del bambino scoprì il rito, gridò per l'orrore così la dea cessò il rito e si rivelò, e in quel momento Demofoonte morì consumato nel fuoco. In seguito Demetra lo riportò in vita e Demofoonte divenne immortale.

Questo desiderio della dea di salvare un bambino maschio dalla morte, richiama la leggenda di Mabon.

Una versione simile riguarda la dea Iside. Durante la sua ricerca del corpo di Osiride, Iside giunse nella città di Byblos e le fu affidata la cura del piccolo figlio di Astarte e di Malcandre. Come Demetra, Iside cercò di conferire l'immortalità al bambino attraverso un rituale notturno in cui teneva il bambino sul fuoco del focolare. Quando fu scoperta dalla regina, che reagì con orrore nel vedere il suo bambino posto sulle fiamme, Iside si rivelò come una dea e cessò di concedere la vita eterna al bambino.

Tuttavia anche se Demetra cercava di alleviare il suo dolore per la figlia perduta, nutrendo Demofoonte, il dolore per la perdita di Persefone la si ripercosse con devastazione sulla terra, che divenne un luogo sterile e privo di vita vegetale. Solo quando Persefone le fu finalmente restituita, Demetra riportò l’abbondanza sulla terra.

L'antico tema dell'equinozio d'autunno era ed è associato al dio morente o alla discesa della dea fanciulla negli inferi. La correlazione moderna dell'equinozio d'autunno con il semidio gallese Mabon fa riferimento a un aspetto del dio come il Giovane Divino. Ci viene ricordato che ad ogni finale segue un nuovo inizio proprio come per i campi che vengono svuotati per risorgere un seguito.

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