Per la fine di quest'anno così difficile e intriso di energie pesanti e stagnanti, ho deciso di trattare l'energia totemica del serpente: credo davvero che ci sia bisogno di una luce di speranza in questo buio in cui ci siamo mossi per mesi, di una chiave di lettura legata a trasformazione profonda attraverso eventi traumatici e dolorosi; questo animale passa attraverso la fase di muta della pelle, e allo stesso modo l'umanità è stata costretta a modificare le proprie abitudini sociali e mentali in questo momento storico, e a trovare un' elasticità in questa nuova veste.

Il serpente è un animale piuttosto noto in molte culture, e la sua figura vanta un numero vastissimo per varietà di iconografie e interpretazioni (e per la loro evoluzione nel tempo): i suoi moltissimi significati sono stati trattati a lungo dalle religioni e dalle correnti esoteriche di ogni tempo e luogo dalla nascita della civiltà. Vista la loro ampia diffusione e conoscenza, cercherò di soffermarmi su aspetti magari meno scontati di questo animale (che poi sono quelli che sento più connessi al periodo).

L'andamento "dualistico" della sua energia ci riporta ad un epoca lontana, in cui esso era venerato e visto come simbolo positivo, pregno di una forza creativa e trasformativa senza pari: un creatore cosmico in molti casi. Come ben sappiamo, con il sopravvento di una concezione religiosa monoteista, egli è divenuto l'emblema delle forze del male e del peccato, di una sessualità deviata, snaturandosi della sua iniziale sacralità. Trovo che questo processo abbia fatto perdere, tra i vari doni che questo totem incarnava, anche un suo intrinseco dinamismo, appiattendone la figura e relegandolo alla dimensione stagnante di vizio e lussuria fini a loro stessi.

C'è stato anche un tempo in cui il serpente incarnava in sè aspetti opposti contemporaneamente, riuscendo così ad essere un simbolo completo e unificatore: pensiamo all' antica Grecia, dove veniva utilizzato come simbolo di tutto ciò che è veleno, ma anche del suo "rovescio della medaglia", ovvero la cura, il farmaco; è rimasta traccia di questo nel caduceo, il bastone avvolto da serpenti tipico delle raffigurazioni di Hermes, ancora oggi utilizzato come simbolo della medicina e delle scienze farmaceutiche.

Spostandoci nella penisola italica, ma rimanendo in tema veleno/cura, possiamo ricordare una peculiare tradizione del centro Italia che ha origini antichissime: la processione dei serpari di S. Antonio Abate a Cocullo (L'Aquila), in cui la statua del Santo viene fatta sfilare avvolta da decine di serpenti, portando si dice benedizioni e protezione anche da veleni e febbre. Questo culto ai limiti tra sacro e profano ha origine in realtà nella figura dell'antica dea Angitia, adorata dai Marsi e dagli Osco-Umbri e legata alle sacre acque curative, ai veleni e ai serpenti. Questa dea era raffigurata con il corpo avvolto da serpi ed era invocata per proteggersi dai loro morsi velenosi; a lei era dedicato anche un bosco sacro (Lucus Angitiae), di cui resta traccia nel toponimo della vicina località di Luco dei Marsi. Nell' antico Egitto il serpente era visto come figura che portava in dono la visione rivolta sia all'interno di sè che oltre il mondo visibile, richiamando anche in questo caso i concetti di misticismo e conoscenza iniziatica: diademi scolpiti in forma di serpente erano spesso utilizzati per adornare il capo di re e regine.

Spostandoci in ambito greco arcaico, possiamo pensare alla dea cretese dei serpenti, una delle più antiche statuette di terracotta giunte fino a noi. La sua storia è legata al labirinto unicursale di Cnosso e quindi al movimento fluido, trasformativo e serpentesco della spirale, che racchiude vita, morte e rinascita, rappresentando un' iniziazione misterica e la trasformazione profonda attraverso i movimenti di catabasi e anabasi tipici dei culti misterici.

A questo proposito vorrei focalizzarmi sul dono della "vista", che in questo noto reperto è rappresentata in un modo peculiare: gli occhi della dea sono fissi e sbarrati, l'espressione rimanda chiaramente ad un alterato stato di coscienza: così le sacerdotesse hanno il dono di "vedere dentro" e "vedere oltre", e questo connotato è arrivato ad altre figure sacerdotali femminili, come le Pizie di Delfi, uno dei più importanti centri oracolari del mondo antico. La parola stessa "Pizia" deriva dal nome della figura mitologica di Pitone, ucciso da Apollo, a cui era dedicato il tempio.

Questo dono spirituale del serpente è legato alla incredibile vista di questo animale, ma soprattutto al momento trasformativo della muta: mentre inizia a cambiare la sua pelle, infatti, questo rettile va incontro ad un progressivo annebbiamento della vista evidente nei suoi occhi, che diventano opachi e lattigginosi; assume quindi uno sguardo fisso e atteggiamenti e movimenti che somigliano molto ad una trance. Mano a mano che la pelle cade, gli occhi si schiariscono sempre di più, fino a tornare normali a processo ultimato.

La muta della pelle lo rende un essere liminale, al confine tra la vita e la morte, in quanto in ogni processo di questo tipo il vecchio serpente "muore", lasciandosi indietro ciò che gli impedisce di crescere e muoversi liberamente, per poi rinascere in nuova forma, rimanendo comunque lo stesso individuo.

Questo è un momento fortemente alchemico, paragonabile alla ricerca della conoscenza e alla metabolizzazione di nozioni dopo un lungo processo.

A tal proposito possiamo trovare un'ulteriore correlazione di questo dono nell'analisi del suo comportamento alimentare: per mangiare, il serpente provoca un'ampia disarticolazione della propria mascella, che gli consente di inghiottire le prede intere, per poi assimilarle in un lungo processo digestivo.

In Oriente invece questo animale è notoriamente legato alla figura della Kundalini e al suo movimento ascendente lungo i centri energetici (chakra) della persona che pratica un cammino spirituale: così come il periodo dell'anno in cui ci troviamo, in cui le giornate si allungano man mano e il sole torna lentamente a splendere e scaldare la terra, la Kundalini riaccende le energie sopite in ogni parte di noi, recuperando la nostra forza vitale e la nostra energia sessuale e risanatrice, che porta guarigione profonda e vitalità.

Le qualità e i doni del serpente come totem sono davvero molti, ma spero che alla fine di questo 2020, quasi "iniziatico" per certi aspetti, ci porti soprattutto la sua abilità di vedere oltre dopo un momento di cambiamento profondo e doloroso, in cui abbiamo visto il buio più totale; che ci porti all'esterno rinnovati e più saggi, accompagnati dalla luce del sole che sta rinascendo a sua volta in questo periodo solstiziale, riportando vita alla terra e nuova energia per affrontare ciò che siamo davvero.

MAGIA CON IL SERPENTE

- SARPA PRANAYAMA: "respiro del serpente", è un tipo di respirazione yogica che si utilizza normalmente a scopo rinfrescante; tuttavia trovo che, nonostante l'inverno pieno in cui ci troviamo, possa essere una buona pratica per stimolare il fisico contro la pigrizia e far rinascere le energie in attesa del risveglio primaverile, e per risvegliare la vostra vitalità. Evitate questa pratica se avete problemi di ipertensione... e se soffrite particolarmente il freddo!

Sedendovi in posizione semplice, a gambe incrociate, schiena dritta e spalle rilassate, iniziate concentrandovi semplicemente sul vostro respiro fino a sentirvi pronti e rilassati. Iniziate poi con Sarpa Pranayama: inspirate dalla bocca, con le labbra socchiuse e la lingua dolcemente appoggiata al palato superiore dietro ai denti, producendo un sibilo simile a quello di un serpente: trattenete per 3 secondi; espirate dal naso.

- RITUALE PER LA PROPRIA MUTA

Cercate un rametto o un sasso che vi ricorda un serpente (possiamo anche decorarlo perché lo sembri di più, magari disegnandogli il muso, o le squame); incidetevi o scriveteci sopra un aspetto che volete trasformare in voi o nelle vostre vite, e avvolgetegli intorno un un pezzo di stoffa ORGANICA, in alternativa un nastro o un filo sempre in fibra naturale, in modo che sia completamente coperto, come a creargli una pelle (meglio se di colore abbinato all’ambito dell’aspetto che si vuole modificare, ad esempio viola= sfera spirituale, verde= sfera economica). Tenendolo tra le mani, portatelo al cuore, recitando:

Sacro Serpente, guaritore del mondo, custode delle metamorfosi più profonde, donami l’abilità di cambiare la mia pelle, poiché questa parte di me (dire ciò che volete cambiare, es. “la mia impazienza”) ormai mi stringe e mi soffoca, e ho bisogno di crescere. Ti affido il mio bisogno, affinchè tu possa aiutarmi a creare una pelle più adatta a me in questo
momento.
Aiutami a rinascere in un nuovo sogno.
Seppellite l’oggetto nella terra per un intero ciclo lunare (meglio se eseguite la pratica in luna calante), e poi dissotterratelo, lasciando la “pelle” sotto la terra e riportando alla luce solo il serpente (per questo motivo dovrebbe essere in fibra naturale). Esponete poi il simulacro carico del vostro intento al ciclo lunare successivo, dalla luna nuova fino alla piena, in modo da far sedimentare le energie trasformative. Abbiate cura dell' oggetto durante tutto l'anno a venire, magari tenetelo sotto al cuscino o sul comodino perchè vi doni ispirazione.

Potete acccompagnare questa pratica ad una divinazione di fine anno per trarre auspici sui mesi a venire, in questo caso potete chiedere allo spirito del serpente (del pitone in particolare) di guidarvi alla comprensione di ciò che potreste realizzare. Potete eseguire questa divinazione anche prima, nel caso in cui non abbiate ben chiaro ciò che desiderate lasciar andare e ciò su cui lavorare, potrebbe darvi l'ispirazione. Un'altro ottimo modo è chiedere un sogno o una visione, se non si ha dimestichezza con degli strumenti oracolari specifici.

L'INSEGNAMENTO DEL SERPENTE

Non disprezzarmi perchè striscio e sto a contatto con la nuda terra: io ascolto i lenti movimenti legati a questo elemento, e custodisco il segreto del loro processo di trasformazione lungo il Tempo infinito. E nel morire ogni volta, rinasco sempre a nuova vita, mostrando l'essenza di tutto ciò che è ciclico.

© L’Almanacco delle Streghe

Fonti:
T. Andrews "Segni e presagi del mondo animale".
Lavoro magico e di ricerca personale e originale dell'autrice.