Secondo alcune Tradizioni, il 17 giugno, è il giorno sacro di Euridice, in memoria delle nozze tra la Ninfa e suo marito Orfeo, il famoso musico.

Questo giorno è conosciuto anche come Il Giorno delle Coppie, e molti matrimoni e unioni sacre vengono celebrate.

Il mito di Orfeo narra di Euridice che venne morsa da un serpente morendo e di come Orfeo, disperato per la perdita, decise di scendere nella Terra dei Morti per riavere la sua amata. Al cospetto dei signori degli Inferi, Orfeo riuscì a commuovere anche Persefone con la sua poesia e la sua musica, così la Regina dell’Ade concesse a Orfeo il dono di tornare nella Terra dei Vivi con la sua amata, Euridice, a una condizione: non avrebbe mai dovuto guardare dietro per vedere la sua sposa, finche non fossero usciti dal Regno di Ade. Orfeo, tenendo Euridice per mano, la condusse verso l’uscita degli Inferi. Quando egli era ormai fuori, si voltò convinto che anche la sua bella sposa fosse già tornata nella luce ma la fanciulla era ancora tra le Ombre dei Morti, è così, infranto l’accordo, Euridice fu subito risucchiata indietro e Orfeo mai più la rivide.

Per chi come me lavora con la Dea Oscura e con il tema della Discesa agli Inferi, il mito di Orfeo è un punto di riflessione, di catarsi e di ispirazione fondamentale.

Per me è il mito del fallimento. 

Noi siamo Orfeo, usciamo dagli Inferi con la nostra Euridice, conquistata a fatica, che ci segue. Raggiungiamo la luce del sole e ci voltiamo eccitati verso Euridice, convinti che sia proprio lì, dietro noi, quando è invece ancora nell'ombra, e la vediamo così sparire nuovamente negli Inferi. Abbiamo fallito. 

In questa rilettura, Euridice rappresenta tutto ciò che desideriamo, ciò per cui  combattiamo, lavoriamo sodo e per cui, a un certo punto, crediamo di essere arrivati a destinazione.

Ma non è così.

Euridice ci mette faccia a faccia con il nostro ego, che ci dà false convinzioni. Orfeo ci insegna che perdere è necessario, fa parte delle vita stessa. Anche quando non è giusto. È solo nella perdita che possiamo riscoprire la ripresa, è nella resa che troviamo un motivo per non arrendersi o, al contrario e ancora più importante, per cedere e per lasciare andare una volta per tutte.

È nella Discesa agli Inferi e nelle perdite che essa comporta che inizia il vero cambiamento.

La vera trasformazione, la vera stregoneria inizia dalle radici.

Scendiamo agli Inferi per riscoprire e fare appello al potere che risiede dentro di noi, per coltivarlo e usarlo per manifestare il cambiamento con la nostra volontà. Questo è il senso dell’incontro con la Dea Oscura: l’invito all’azione. Ecco il significato dell’essere Strega. Praticare la Stregoneria significa assumerci la responsabilità delle nostre azioni e fare in modo che il cambiamento avvenga in noi e attraverso noi. E questo può essere qualcosa che destabilizza e spaventa perché assumersi una responsabilità, significa riconoscere di avere potere. 

Ma il potere non riguarda solo l’Invisibile, comprende anche la Realtà Mondana. È nella Realtà Manifesta che dobbiamo iniziare a prenderci cura di noi stessi e dobbiamo prenderci cura e vegliare gli uni sugli altri.

Dobbiamo scendere negli Inferi e reclamare il nostro ruolo, con determinazione, compassione e amore, con forza e coraggio.

Come Streghe dobbiamo tenere stretti i pugni, saldi i nostri nervi, puro il nostro spirito, aperto il nostro cuore, libera la nostra mente, ferrea la volontà! 

Dobbiamo tendere la mano a coloro che sono accanto a noi e che stanno lottando, dando loro speranza e guida. E poi, tutti insieme, andare verso la risalita, puntare verso l'alto e dirigerci verso l'esterno, verso l’uscita degli Inferi. 

Forse se Orfeo non avesse intrapreso il suo viaggio da solo, forse se al suo fianco avesse avuto qualcuno a cui aggrapparsi anch’egli per risalire dagli Inferi, le cose sarebbero andate diversamente. Ma così non è stato. L’insegnamento di Orfeo e di Euridice è una lezione dura, tragica, triste da imparare ma necessaria. 

Orfeo ed Euridice, attraverso il fallimento del loro amore ci danno un ultimo messaggio di speranza: non è questo il momento di farsi paralizzare dalla paura. Questo è il momento di pensare alla trasformazione, al cambiamento e a prendersi cura gli uni degli altri.

Non deve esserci nessuno davanti a noi che ci guida. Ciascuno di noi è guida di sé stesso/a. Nessuno è più avanti degli altri e nessuno va lasciato indietro, ma si cammina gli uni accanto agli altri.

Una fila di Streghe che avanza compatta sostenendosi.
Fianco contro fianco.
Indistruttibili! 

© L’Almanacco delle Streghe