Della potente Stregoneria della Notte di San Giovanni, avevamo già parlato in riferimento alle pratiche (come quella della preparazione della famosa guazza).

Ma la Vigilia di San Giovanni è una notte davvero ricca di magia e di folklore, e più si cerca più si trovano tradizioni anche sconosciute. Come è successo a me, che mi sono imbattuto in questa tradizione dell'Euoropa Centrale, legata ancora una volta alle magia delle erbe di questo periodo. Sto parlando della preparazione del Letto di San Giovanni.

IL LETTO DI SAN GIOVANNI

Il Letto di San Giovanni è un’antica tradizione tipica della Boemia che ancora sopravvive in diverse zone della regione, soprattutto nella parte est. inclusa parte della Germania della Lusazia e della Silesia. Sappiamo da alcune fonti letterarie che ai piedi del circuito delle montagne di Jizera e di Krkonoše (i Monti dei Giganti, in Repubblica Ceca) i contadini ancora praticavano la tradizione del Letto di San Giovanni durante la seconda metà del ventesimo secolo. Anche se all’inizio la tradizione era sparsa in tutta la Boemia, oggi è solo nelle realtà più rurali dei villaggi delle montagne che viene praticata. Più ci si sposta in pianura e nei paesaggi urbani, più le informazioni su questa tradizione scompaiono.

Il significato più importante del Letto di San Giovanni è, anche in questo caso, legato all’uso delle erbe magiche e medicamentose che in questo periodo, e in questa notte, sono al massimo del loro potere magico. All’inizio, le erbe raccolte la notte del 23 giugno venivano sparpagliate sui pavimenti di casa, dove venivano lasciate ad essiccare per diversi giorni. In seguito fu trovato loro un posto ben preciso, e così venivano poste sotto al tavolo della cucina, un posto sacro, protetto e molto più comodo. All’essiccazione delle erbe erano legati i propositi di fortuna e buona salute, tanto degli umani quanto degli animali della fattoria; erano inoltre garanzia di un raccolto abbondante e fruttuoso. Le erbe venivano fatte essiccare e poi usate per fare il bagno o fare delle fumigazioni nelle case e nelle stalle. Potevano essere usate anche come mangime per il bestiame o messe in infusione in acqua che veniva poi usata per fare delle abluzioni sugli animali. Si credeva inoltre che queste erbe proteggessero dai fulmini e dai topi.

I tipi di erbe che venivano raccolte non erano specificate e potevano variare da zona a zona. La maggior parte però erano piante officinali. Tra le più frequenti vi erano il timo, l’iperico, il verbasco, la felce, la carlina bianca (una qualità di cardo), il levistico (anche chiamato sedano di montagna), fiori di sambuco neri e bianchi, origano, il trifoglio rosso, il fiordaliso, la piantaggine e l'achillea.

Tuttavia, esistono anche composizioni e ricette con elementi molto più particolari come il “corno di cervo” (nome popolare del licopodio), la “saponaria dei gatti” (nome popolare della saponaria), “burro e uova” o “erba strega” (nome popolare della linaiola), primula odorosa, menta piperita, giusquiamo, papavero, artemisia, farfaraccio, campanule, alchemilla, rosa canina.

Spesso si trovano anche ricette e riferimenti alle 9 erbe di San Giovanni, con i nomi popolari usati nelle zone montuose della Boemia:

Fiore/Radice di San Giovanni – iperico;
Cintola di San Giovanni – artemisia;
Erba di San Giovanni – assenzio;
Mano di San Giovanni – imperatoria;
Riccioli di San Giovanni – meliloto;
Verzura di San Giovanni – borracina;
Ruota/Fiore di San Giovanni – margherita;
Guanto di San Giovanni - felce;
Candela di San Giovanni – verbasco.

Le origini della tradizione del Letto di San Giovanni sono da rintracciare nel folklore e nei racconti popolari. In uno di questi in particolare si narrava che una sera, mentre peregrinava per il Mondo, San Giovanni, bussò all’uscio di una vecchietta chiedendo alla donna un giaciglio per la notte. La vecchietta era talmente povera da non avere né letto, né paglia da poter offrire al santo pellegrino. L’anziana donna si sentì così in colpa e si vergognò talmente tanto da scoppiare in un pianto, e tra le lacrime si recò a raccogliere tra i cespugli le erbe più profumate e fresche che riusciva a trovare, per cercare di farne un giaciglio comodo e morbido per il suo ospite. Quando la vecchia si svegliò al mattino, il viandante era sparito. La donna si angustiò e pianse nuovamente pensando che il pellegrino se ne fosse andato senza salutare a causa della sua cattiva ospitalità e per aver dormito male. Ma quando l’anziana cominciò a raccogliere le erbe e i fiori dal pavimento, trovò sotto quel giaciglio profumato monete in abbondanza che le avrebbero permesso di vivere gli ultimi anni di vita con serenità. Quella era la ricompensa di San Giovanni.

E così la tradizione di preparare il Letto di San Giovanni, prese piede in segno della salute, della prosperità e dell’abbondanza.

Secondo la tradizione, per preparare il Letto di San Giovanni, bisogna raccogliere 9 erbe da 9 campi diversi. La raccolta delle erbe era affidata ai bambini o alle fanciulle vestite a festa, a cui veniva imposto un voto di silenzio, il divieto di voltarsi per guardare indietro durante la raccolta e e l'obbligo di raccogliere solo fiori già sbocciati, evitando di toccare i boccioli ancora chiusi con le loro mani nude. Le case venivano decorate all’interno e all’esterno con mazzi e ghirlande di fiori. Dopo la cena, solitamente preparata e consumata come fosse una festa, si preparava il Letto di San Giovanni. Per prime venivano adagiate sopra uno sgabello o all’interno di un grande setaccio rotondo, rami di felce e le erbe, che poi veniva messo sotto al tavolo della cucina. In alcune varianti, le erbe venivano poste in un angolo della stanza principale della casa, o in soffitta. La forma del Letto di San Giovanni era generalmente quella di un quadrilatero, ma le erbe potevano essere intrecciate anche in ghirlande, o disposte a forma di stella o di cuore. Si metteva poi un panno bianco nuovo ripiegato diverse volte all’interno del letto, con le erbe e i fiori a formare una cornice attorno al panno. Sul panno immacolato si metteva poi un’immagine di San Giovanni Battista, a cui potevano aggiungersi anche altre immagine sacre, purché il posto principale fosse occupato dal Santo protagonista. Sotto al tavolo si metteva anche una catena o una corda usata per il bestiame di modo che il Santo potesse benedire anche quella. Il Letto veniva poi nascosto dagli sguardi indiscreti degli abitanti della casa fissando una corda che girava attorno al tavolo, annodandola attorno alle gambe, alla quale venivano poi appesi rami di frassino ricchi di fogliame, per impedire di guardare e vedere cosa succedeva sotto al tavolo. A questo punto si recitava un incantesimo o uno scongiuro popolare, seguito da una preghiera al Santo. Di notte il Santo sarebbe arrivato per riposare nel giaciglio preparato e avrebbe così benedetto le erbe che sarebbero poi state usate nelle operazioni di cui abbiamo già detto.

Al mattino, si toglievano con attenzione i rami di frassino e si esaminava il Letto alla ricerca di tracce che potessero indicare l’effettivo passaggio e riposo del Santo. Spesso gli adulti lasciavano qualche dono per i bambini sotto al tavolo, che così avevano una bellissima sorpresa al loro risveglio. I doni consistevano perlopiù in cibo come pane, biscotti di miele, frutta secca, noci e uova sode. Mentre gli adolescenti potevano trovare sciarpe, grembiuli e altri capi di vestiario. Solo dopo la seconda metà del ventesimo secolo iniziarono ad essere introdotti doni come cioccolata, caramelle e, qualche volta, soldi. Molto spesso, durante l’occupazione tedesca e russa, si trovava sotto al tavolo una bottiglia di limonata fatta in casa e un pezzo di salsiccia. Un’altra usanza del mattino, era quella di andare di casa in casa e vedere chi aveva fatto il Letto più bello.

Il Letto di San Giovanni veniva lasciato intatto per tutto il 24 giugno, dopodiché si toglievano le erbe benedette che si mettevano ad essiccare e l’immagina sacra veniva riposta da parte per essere usata l’anno successivo.

Le erbe una volta essiccate venivano conservate con cura, poiché grande era il loro potere magico.

Venivano usate per bandire malattie, proteggere dal malocchio, dalle maledizioni, dagli spiriti maligni e impiegate in operazioni di divinazione e predizione del futuro.

Si diceva, per esempio, che se il Letto di San Giovanni rimaneva intatto e non presentavi segni del passaggio del Santo, la fanciulla presente in famiglia non si sarebbe sposata entro l’anno. Le erbe di San Giovanni, poste sotto la trave portante di una casa, potevano essere una grande benedizione ma anche una maledizione, facendo morire qualcuno della famiglia. Una ghirlanda intrecciata con le erbe benedette, veniva posta sotto al cuscino per permettere ai sogni di diventare realtà. La mucca che veniva nutrita con le erbe benedette da San Giovanni, avrebbe sempre prodotto molto latte. L’artemisia di San Giovanni, veniva intrecciata per creare cintole e cinturini da annodare in vita contro i demoni, e poteva anche proteggere il granturco dai topi. Appendere mazzi di calendula nelle stalle, avrebbe prodotto un burro molto morbido e giallo; mentre appendere iperico nelle mangiatoie e negli abbeveratoi avrebbe impedito al bestiame di venir maledetto. Ghirlande e mazzi di trifoglio rosso, corniolo, tiglio e timo, avevano la funzione di proteggere la casa e i campi dal male, dai malefici, dal malocchio ecc.

Non potevano mancare poi gli usi delle erbe di San Giovanni per le questioni di cuore. Mettere le erbe di San Giovanni sotto al cuscino, avrebbe permesso alle ragazze di sognare il loto futuro marito. Cucire dell’amaranto all’interno della federa del cuscino del proprio innamorato, avrebbe garantito le nozze entro l’anno. Ghirlande di erbe lanciate nell’acqua, potevano predire nozze imminenti.

Nel corso dei secoli, la tradizione è andata perdendosi o è stata resa molto più blanda. Oggi ad esempio, in alcune parti si mette un piatto con le erbe direttamente sul tavolo. Talvolta il piatto è sostituito da un vaso. Qualche volta vengono messi due piatti, uno per le erbe e uno per i regalini dei bambini.

Come Streghe Contemporanee, possiamo però provare a far rivivere e tramandare le vecchie usanze quando ci imbattiamo in esse, perciò anche se proviene da un’altra area d’Europa, perché non provare ad includere il folklore della preparazione del Letto di San Giovanni, tra le nostre?

La magia non conosce confini: né di tempo, né di spazio!

© L’Almanacco delle Streghe