IL GIUSTO ATTEGGIAMENTO

Quando si parla di Dee Oscure, i praticanti tendono a dividersi in tre schieramenti: da un lato vi sono coloro che ne sono terrorizzati ed evitano di entrarci in contatto; dall’altro vi sono coloro che ne sono talmente affascinati da vivere in uno stato di offuscamento e disequilibrio nei confronti del lato più luminoso; ed esiste poi la terza categoria, quella di chi si avvicina alle Dee Oscure, alla ricerca di una sorta di “potere”, o per ammantarsi di un’aura di “mistero e superiorità” nei confronti degli altri praticanti.

Chi desidera incontrare realmente la Dea Oscura, a mio avviso, non deve percorrere nessuna di queste strade. Rifiutare l’incontro con la Dea Oscura per paura, è sbagliato tanto quanto approfittarsi del suo nome per mettersi su di un traballante piedistallo. Allo stesso modo, fossilizzarsi esclusivamente nel lavoro con le sue energie, impedisce di onorare tutti quegli altri aspetti che fanno parte della Dea Oscura stessa, d’altronde la Luna non resta mai nera per più di tre giorni al mese.

LA DEA OSCURA STA USCENDO DALL’OMBRA

Tuttavia è impossibile non notare quanto le Divinità Oscure si stiano diffondendo tra i praticanti contemporanei. Lilith, Hekate, Morrigan, Kali, Sekhmet, Morana, Hel… sono solo alcuni degli aspetti e dei nomi con cui la Dea Oscura si presenta nei diversi culti e pantheon. Se scrollate un qualsiasi social non tarderete a trovare bellissimi altari adornati con teschi, candele nere, chiavi, fiori secchi e tanto altro che rimanda all’estetica dell’oscurità e al mondo della Dea Oscura; così come dilagano sempre più Devoti, Seguaci, Sacerdoti e Sacerdotesse della(e) Dea Oscura. Questo porta, purtroppo, anche a sterili e inutili battaglie sulle legittimità e il primato su chi sia “autorizzato” o meno a onorare, lavorare e cocreare con una Divinità.

Siamo onesti: questo continuo gatekeeping nei confronti delle Divinità, a chi giova? Quale praticante può davvero permettersi di giudicare la relazione e il rapporto tra un altro praticante e il Sacro? Chi può arrogarsi il diritto di dire a qualcun altro “Ehi, tu non hai i requisiti per poterti definire devoto/a o Sacerdote/Sacerdotessa di una Divinità X!”. Le uniche parti in causa a cui è consentito esprimere un giudizio sulla qualità di questa relazione sono il praticante e la Divinità coinvolta. Non servono giudici esterni che rilascino il patentino o donino il pedigree per consentire a qualcuno di accedere alla magia, alla medicina e ai misteri di una Divinità.

Che abbiate iniziato il vostro lavoro con la Dea Oscura vent’anni fa o l’altro ieri, non importa. Tutti abbiamo iniziato da qualche parte, e coloro che millantano una certa expertise e anzianità nel campo, dovrebbero rammentarlo. Quando si è in cammino su un Sentiero da molto tempo, si tende a dimenticare da dove si è partiti. Grave errore.

Sì, probabilmente la Dea Oscura talvolta è trasformata in una sorta di superstar pop, o in un concetto mainstream che pare essere alla mercé di tutti. Forse chi ha una pratica avanzata, radicata, seria e continuativa con questo aspetto del Sacro vuole solo tutelarlo. Ma non sta a noi proteggere le Divinità: sanno farlo benissimo da sole! Non serve a nessuno che vi tramutate nelle “Guardie del Corpo del Divino”. Reclamare l’esclusività di una Divinità, non ha senso: le Divinità non sono una proprietà privata! Cercare di guadagnarsi un primato affermando sciocchezze tipo: “Io pratico con questa Divinità da 40 anni quindi è la MIA / è la MIA Divinità Patrona perciò posso parlarne solo IO / non nominate il nome della MIA Divinità invano…”, alimenta solo inutile battaglie e crea dolorose divisioni. Vi inviterei invece a pensare il contrario. Avete mai pensato che questo uscire dall’ombra della Dea Oscura, sia per sua stessa volontà? Gli Spiriti, le Divinità, sono Entità senzienti con i propri piani, i propri progetti e la propria agenda. Chi ci dice che non sia la Dea Oscura stessa (in tutte le sue emanazioni) a voler essere così tanto presente, cercata, condivisa, discussa?

LA DEA OSCURA, LA DEA NECESSARIA

Sono fermamente convinto che ci sia una ragione molto profonda dietro al motivo per cui le Divinità Oscure stanno diventando sempre più visibili, sul perché i nomi di Lilith, Hekate, Morrigan, Kali, Sekhmet, Morana, Hel e altre compaiano sempre di più intorno a noi e sulle labbra delle gente: le Divinità Oscure sono necessarie per i tempi e il momento storico in cui ci troviamo.

Esse hanno il dominio sulla morte e la rinascita, sulla distruzione e la creazione, sulla sessualità e la sensualità, sul caos e il controllo.  Nessuna di queste cose è negativa o cattiva, anzi ci insegnano a essere integri, ci sfidano a cambiare, ci spingono a creare, illuminano i nostri percorsi.  Non sono facili, ma nemmeno la vita lo è!

Perché abbiamo bisogno di completezza, cambiamento, creazione e illuminazione?  Beh. Basta guardarci intorno, leggere le notizie sul web e guardare un telegiornale per farci un’idea: le crisi politiche, sociali e ambianti turbano e minacciano il nostro benessere emotivo, mentale, fisico e spirituale. 

Le Divinità Oscure sono qui per aiutarci ad attraversare tutto questo. Diventano sempre più importanti e prominenti perché il nostro bisogno è grande e il nostro grido d’aiuto è forte.  E poiché esistiamo con il Divino in un rapporto di reciprocità e interconnessione, la nostra richiesta non rimane inascoltata.  

LE DEA OSCURA È DI TUTTI!

Ecco perché non conta e non importa a nessuno che voi pratichiate con la Dea Oscura da due decadi o da due mesi. Conta piuttosto il modo in cui lo fate, conta la vostra consapevolezza, conta l’autenticità della relazione che avete stabilito.

Le Divinità, come la pratica della Stregoneria, fanno parte di quell’eredità ancestrale lasciateci dai nostri Antenati e dalle nostre Antenate, dalle radici pagane che tutti abbiamo, ecco perché le Divinità, come la Stregoneria, come la Natura, come la Luna: sono di tutti!

La Dea Oscura sa che siamo tutti simili in tanti modi, eppure ognuno di noi ha le proprie caratteristiche individuali, le proprie prove da superare, i propri tormenti da guarire, gli obiettivi da raggiungere e le sfide da trasformare. Questo significa che ogni volta che ciascuno di noi incontra la Dea Oscura, quest’esperienza è unica nel suo genere, con un messaggio diverso per ciascuno di noi.

Nel fare questo, il Divino cambia per adattarsi noi, ma noi a nostra volta cambiamo per reagire al Divino, e questo processo alchemico si fa insieme, è un atto di trasformazione e cocreazione reciproca che ci ricorda che nonostante le difficoltà che ci troviamo ad attraversare, dobbiamo essere pronti ad affrontare, abbracciare ed entrare nell’oscurità per emergere veramente rinnovati. Dobbiamo solo ricordarci che durante la nostra discesa agli inferi, non saremo mai e poi mai soli!

Questo è lo spirito con cui ho affrontato e affronto il mio lavoro di cocreazione con la Dea Oscura, e questo è ciò che mi piace trasmettere con chi sceglie di camminare con me sul sentiero della Luna Obscura.

Questa è la mia promessa e il mio impegno nei confronti del sacro e io sono immensamente grato e felice di poterlo condividere insieme a voi!

© L’Almanacco delle Streghe